L’aumento graduale di peso in età adulta porta a vivere di più. Lo suggerisce un nuovo studio della Ohio State University, pubblicato su Annals of Epidemiology.
Le persone che iniziano l’età adulta con un indice di massa corporea (BMI) nella gamma normale e passano più tardi nella vita al sovrappeso, ma mai all’obesità, tendono a vivere più a lungo. È quanto suggerisce un nuovo studio della Ohio State University, pubblicato su Annals of Epidemiology.
Gli adulti in questa categoria sono risultati secondo l’analisi vivere più a lungo anche di quelli il cui Bmi è rimasto nel range normale per tutta la vita. Coloro che hanno iniziato l’età adulta come obesi e hanno continuato ad aumentare di peso avevano il più alto tasso di mortalità. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno utilizzato i dati relativi a 4.576 persone nell’ambito di uno studio denominato Framingham Heart Study e 3.753 dei loro figli. Lo studio è iniziato nel 1948 e ha seguito i partecipanti fino al 2010.
I loro figli sono stati seguiti dal 1971 al 2014. I membri del gruppo originale della ricerca erano quasi tutti morti alla fine dello studio, quindi i risultati possono aiutare a scoprire come il Bmi si evolva durante tutta l’età adulta e fornire secondo i ricercatori una stima più accurata rispetto a ricerche precedenti su come l’obesità sia collegata alla mortalità. In entrambe le generazioni, i ricercatori hanno esaminato i dati di persone di età compresa tra 31 e 80 anni. “L’impatto dell’aumento di peso sulla mortalità è complesso – evidenzia Hui Zheng, autore principale dello studio – dipende sia dai tempi che dall’entità dell’aumento di peso e da dove è iniziato il Bmi. Il messaggio principale è che per coloro che iniziano con un peso normale all’inizio dell’età adulta, guadagnare una modesta quantità di peso per tutta la vita ed entrare nella categoria di coloro che sono in sovrappeso può effettivamente aumentare la probabilità di sopravvivenza”.
fonte: Annals of Epidemiology