Il tumore del polmone rappresenta, da solo, il 20% di tutti i tumori maligni nel sesso maschile. Tuttavia negli ultimi anni si sta assistendo ad un progressivo aumento anche nel sesso femminile:
un uomo su tre ed una donna su quattro ha la probabilità, nel corso della vita media (vale a dire dagli 0 ai 74 anni), di avere una diagnosi di tumore del polmone. In Italia ogni anno muoiono 35.000 persone ed esso rappresenta la prima causa di morte per tumore nel sesso maschile e la seconda nel sesso femminile.
Il fumo di sigaretta è colpevole dell’80-85% di tutti i nuovi casi di tumore del polmone osservati nei paesi occidentali: sono cancerogeni diretti il benzopirene, prodotto della combustione, e le nitrosa mine, usate per la lavorazione della carta, mentre sono indiretti i fenoli e gli aldeidi contenuti nella carta.
Accanto al fumo esistono altri cancerogeni chimici come l’amianto, il radon, i metalli pesanti, il catrame e gli oli minerali (le cosiddette “esposizioni professionali”).
Non vanno dimenticate infine alcune alterazioni genetiche, del gene p53 o del gene FHIT, che comunque sono responsabili di un numero ridotto di tumori.
Il fumo è il grande imputato!
Nel novembre del 1985, nel corso della trasmissione Good Morning America sul network ABC, comparve per pochi istanti l’immagine di Yul Brinner che diceva:
“Adesso che me ne sono andato, vi dico una sola cosa: non fumate. Qualsiasi cosa facciate, vi prego non fumate.”
L’attore era morto un mese prima ed il filmato era stato registrato 10 mesi prima quando gli fu posta diagnosi di tumore del polmone localmente avanzato.
John Wayne, il mitico interprete di Ombre Rosse, sopravvisse 15 anni all’asportazione di un tumore del polmone e due anni dopo la sua morte, il figlio Michael fonderà in suo ricordo a Santa Monica, California il “John Wayne Cancer Institute”.
Anche Fernandel, l’impareggiabile don Camillo, morì di un tumore al polmone.
Fumavano tutti, fumavano tanto, ma allora era lecito fumare dappertutto. Non solo: pensate che nella cosiddetta razione K dei militari in missione oltre a cibi vitaminizzati e calorici vi era un pacchetto con 10 sigarette “Nazionali”!
Perché il tumore del polmone ha una prognosi così severa?
Perché nella maggioranza dei casi la diagnosi è tardiva: i sintomi sono subdoli ed ingannevoli. Oggi più del 70% dei tumori viene scoperto quando la malattia è già in fase avanzata, spesso inoperabile e con una percentuale di guarigione del 15%.
Tuttavia vediamo di seguito quali sono i sintomi più comuni:
Tosse secca o con emissione di catarro, fatica a respirare, dolore toracico.
Quando il tumore cresce dentro un bronco si ha spesso sangue nell’espettorato oppure broncopolmoniti per chiusura totale del bronco, versamenti pleurici, mentre quando è periferico può dare dolore per coinvolgimento della parete toracica ed infine quando è centrale, coinvolgimento delle strutture mediastiniche.
Di fronte ad una vasta gamma di sintomi come faccio a fare la diagnosi?
Con una sintomatologia che persiste, dobbiamo sempre sospettare la presenza di un tumore a maggior ragione se il soggetto è maschio, fumatore o esposto a rischi professionali.
Purtroppo la maggior parte di questi sintomi sono gli stessi delle sindromi da raffreddamento, degli stati influenzali per cui, quando compaiono nella stagione invernale, vengono ascritti a patologie stagionali, perdendo così tempo prezioso per la diagnosi e, quando questa viene posta, il tumore è spesso localmente avanzato.
Solo una diagnosi precoce di tumore localizzato consente di ottenere una buona prognosi, ma il tumore localizzato è, nella maggior parte dei casi, asintomatico ed il suo riscontro è quasi sempre occasionale.
Nella mia esperienza i casi di tumore localizzato provenivano per lo più dai reparti ortopedici dove venivano ricoverati pazienti che avevano fratture traumatiche o che dovevano subire interventi protesici.
In questi pazienti veniva eseguita una radiografia del torace di routine la quale evidenziava, in alcuni casi, il nodulo polmonare espressione di un tumore localizzato.
Buone prospettive provengono dai risultati dello studio Cosmos, condotto presso l’IEO di Milano, che consisteva nel sottoporre a TAC Spirale tre e successivi controlli annuali, i forti fumatori, per un totale di 6200.
Ebbene questo studio ha consentito di diagnosticare 297 Carcinomi polmonari, nel 75% dei casi allo stadio iniziale quindi operabili, con una percentuale di sopravvivenza del 70% dopo 5-10 anni di controlli.
Ritengo che questa sia la strada giusta da percorrere: uno screening per la popolazione a rischio, come quello attuato per il cancro al seno, ma questo non deve essere un alibi per continuare a fumare.
Dal punto di vista istologico, i tumori del polmone vengono classificati come microcitomi o a piccole cellule e non a piccole cellule questi ultimi comprendono il carcinoma spino cellulare o a cellule squamose e l’adenocarcinoma. Mentre il primo è sensibile alla chemioterapia gli altri istotipi devono essere trattati con la chirurgia e la radioterapia.
La chirurgia exeretica, la quale comprende la resezione segmentaria, la lobectomia fino alla pneumonectomia, è la terapia di elezione dei tumori del polmone; non a piccole cellule e localizzati, qualora il tumore fosse localmente avanzato, bisognerà ricorrere ad una radioterapia.
Infine, il tumore del polmone può dare metastasi a distanza e gli organi bersaglio sono: il cervello, i surreni, le ossa, il fegato, raramente i reni ed il pericardio.
Per concludere riflettiamo sulle parole del grande attore calvo e cerchiamo di esaudire la sua preghiera.
Prof. Mario Sgro