Il giocatore di golf non ha voluto essere da meno e con spirito di emulazione ha pensato bene di farsi venire “il gomito del golfista”; ma per distinguersi, praticando uno sport di èlite se l’è fatto venire, per evitare qualsiasi contagio,dalla parte opposta rispetto al tennista: noblesse obblige!
Orbene mentre il “gomito del tennista” si chiama: epicondilite con dolore laterale, quello del golfista si chiama epitrocleite con dolore mediale.
Un breve cenno di anatomia:
La porzione distale dell’omero, che è l’unico osso che fa parte del braccio, si articola, a livello del gomito, con l’ulna ed il radio, che sono le due ossa che fanno parte dell’avambraccio.
In supinazione cioè con palmo della mano rivolto in avanti ed il pollice in posizione laterale, l’ulna occupa una posizione mediale, dalla parte del mignolo tanto per intenderci, mentre il radio occupa una posizione laterale, dalla parte del pollice.
La zona articolare dell’omero è definita lateralmente condilo e si articola con la testa del radio, mentre medialmente è definita troclea e si articola con l’incisura trocleare dell’ulna.
Di fianco al condilo c’è l’epicondilo che non partecipa all’articolazione, ma è un punto di inserzione tendinea, analogamente di fianco alla troclea c’è l’epitroclea con la stessa funzione, l’unica differenza consiste nel fatto che sotto l’epitroclea si trova un solco che accoglie il nervo ulnare.
Si definirà allora epicondilite qualsiasi alterazione dei tendini che si inseriscono sull’epicondilo, mentre epitrocleite una analoga patologia dei tendini che si inseriscono sull’epitroclea.
Dai trattati di patologia generale abbiamo appreso che quando una parola termina in –ite si tratta di infiammazione mentre quando termina in –osi si tratta di degenerazione.
In realtà le succitate patologie sono ascrivibili ad una tendin-osi piuttosto che ad una tendin-ite, ma ormai queste definizioni sono entrate nell’uso corrente e si continua ad usare i termini di epitrocleite e di epicondilite.
Al di là di queste divagazioni accademiche vediamo in pratica cos’è l’epitrocleite.
E’ una degenerazione dei tendini di inserzione, a livello dell’epitroclea, dei muscoli flessori del polso e delle dita nonché del muscolo pronatore rotondo conseguente alle continue, ripetute ed eccessive sollecitazioni muscolari, che potremmo definire “shock da impatto”, tipiche in chi pratica lo sport del golf . Tuttavia anche chi utilizza in modo ripetitivo l’avambraccio soprattutto con gesti di rotazione interna, come ad esempio chi usa il cacciavite, può andare incontro a questa patologia
Il sintomo dominante è il dolore nella parte interna del gomito, spontaneo o provocato con la digitopressione, al dolore può associarsi una rigidità del gomito o una debolezza nelle mani e nel polso fino alla comparsa di un fastidioso formicolio che si irradia dal palmo della mano all’anulare e al mignolo.
Clinicamente possiamo distinguere tre stadi:
Uno stadio iniziale di semplice flogosi che regredisce con il riposo ed i comuni analgesici ed antiinfiammatori.
Uno stadio di iniziale degenerazione fibrosa dei tendini che tuttavia trova rimedio nella ionoforesi, nella crioterapia, nella ozonoterapia, nella Tecar o nelle infiltrazioni locali di corticosteroidi.
Uno stadio di marcata degenerazione fibrosa, ribelle ai comuni trattamenti e spesso suscettibile di trattamento chirurgico, eseguibile artroscopicamente, che consiste nella escissione del tessuto tendineo degenerato e nel favorire i processi riparativi attraverso una cruentazione locale. Spesso bisogna liberare il nervo ulnare intrappolato perchè coinvolto dal processo fibroso.
La diagnosi strumentale prevede un’ecografia per valutare l’entità della degenerazione tendinea, una radiografia per escludere eventuali lesioni ossee ed infine, in casi complessi e di difficile inquadramento, la risonanza magnetica nucleare.
Per concludere parliamo di prevenzione: rafforzare i muscoli dell’avambraccio, fare stretching,
attenzione quando si solleva un peso controllare la tecnica di gioco.
Articolo pubblicato sul n.27 della rivista del Rotary
lago d`Orta ”Rotary noi”