Covid, così il lockdown ha agito sulla salute mentale dei giovani, cambiando il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
La chiusura forzata in casa, quel lungo lockdown che ha costretto tutti quasi agli arresti domiciliari, ha inciso negativamente sulla salute mentale dei più giovani (e non solo, anche sui polmoni) Gli studi permettono una comprensione più completa degli effetti fisici, sociali e culturali che possono avere questi episodi, soprattutto sugli adolescenti che, tra l’altro, sono stati spinti verso il fumo. Secondo la University of Washington di Seattle Covid e lockdown hanno fatto invecchiare il cervello dei ragazzi accelerando il processo di maturazione del cervello degli adolescenti che sarebbe ‘invecchiato’ di 4,2 anni nelle femmine e di 1,4 anni nei maschi. “L’adolescenza è un periodo di radicali cambiamenti nello sviluppo emotivo, comportamentale e sociale”, spiegano i ricercatori. Un situazione delicata che può avere effetti gravi per i più giovani.
Fenomeni di questo tipo si osservano spesso nei ragazzi sottoposti a forti stress e talvolta hanno effetti negativi sulla loro salute mentale.
Gli effetti sulla salute mentale della popolazione sono stati chiari fin da subito. I sondaggi del 2020 hanno registrato un aumento del livello di ansia e depressione sia nei giovani che negli adulti. I Centers for Disease Control and Prevention, principale organismo di controllo della sanità mentale degli Stati uniti, hanno registrato un livello di stress molto elevato e un livello di ansia e stress inversamente proporzionale all’aumento dell’età. I giovani, quindi, risultavano subire maggiormente l’impatto della pandemia e le sue conseguenze. Una delle domande poste riguardava una presa in considerazione seria del suicidio negli ultimi 30 giorni. Più di un intervistato su dieci ha detto sì e il 25,5% dei giovani adulti intervistati, tra i 18 ei 24 anni, ha risposto sì.
Ma vediamo quali sono state le conseguenze sulla struttura del cervello degli adolescenti, un periodo in cui si verificano numerosi cambiamenti nella struttura cerebrale. Tra questi, anche l’assottigliamento della corteccia, lo strato esterno di tessuto nel cervello. Questo fenomeno è stato il principale oggetto di studio dei ricercatori. 160 ragazzi erano stati coinvolti in uno studio iniziato nel 2018. Gli esami eseguiti sugli adolescenti del 2021 hanno mostrato un assottigliamento eccessivo, rispetto ai modelli di riferimento, della corteccia cerebrale. Questi risultati potrebbero essere correlati proprio alle restrizioni alle relazioni sociali durante la prima fase della pandemia. Il fenomeno è risultato molto più marcato nelle ragazze, nelle quali l’assottigliamento ha riguardato in maniera estensiva la corteccia cerebrale, mentre nei ragazzi è risultato limitato alla corteccia visiva. Per i ricercatori le differenze potrebbero essere legate al diverso valore che le relazioni sociali hanno per i due generi. «Per le donne, le relazioni con i caoetanei sono di vitale importanza per lo sviluppo dell’identità personale; inoltre fanno affidamento su queste relazioni per il sostegno emotivo più degli uomini», scrivono i ricercatori che invitano a monitorare la salute mentale dei ragazzi.
Gli scenziati hanno anche constatato che la pandemia sembra aver colpito lo sviluppo precoce dei più piccoli. Gli studi hanno rilevato che, anche in questo caso, i ragazzi sono stati più colpiti delle ragazze. Le interazioni sociali sono compromesse da una minore capacità di elaborare le emozioni. A questo fenomeno si aggiunge un aumento dell’aggressività, un sentimento di impotenza e la paura di ammalarsi, morire o perdere i propri cari.
fonte: DottNet