Il Biotestamento, primo caso in Italia di applicazione delle nuove norme a una malata di Sla
Per depositare le proprie disposizioni sul fine vita ci si può rivolgere a un notaio o pubblico ufficiale, ma è possibile farlo anche davanti a un medico del Servizio sanitario nazionale. Le volontà sono sempre revocabili ed ognuno potrà disporre il rifiuto dei trattamenti sanitari, incluse la nutrizione e l’idratazione artificiali. La legge sulle ‘Disposizioni anticipate di trattamento’ (Dat), o Biotestamento, regolamenta le decisioni sul fine-vita. La legge prevede che ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso
Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali, e di farlo senza soffrire, dunque sotto sedazione. –
CHI PUO’ FARLO: Le persone maggiorenni e capaci di intendere e di volere.
A COSA SERVONO LE DAT: A far sì che, in previsione dell’eventuale impossibilità di esprimersi, si possa dare il consenso, o il rifiuto, rispetto a trattamenti sanitari, esami diagnostici e terapie.
I REQUISITI: Bisogna aver ricevuto informazioni adeguate sui benefici e sui rischi delle cure e degli esami, nonché sulle possibili alternative e sulle conseguenze del rifiuto terapeutico.
COME SI ESPRIMONO LE DAT: Mediante un atto pubblico, o una scrittura privata autenticata, oppure con scrittura privata semplice, consegnata all’ufficiale dello Stato civile del proprio Comune di residenza, o alle strutture sanitarie.
QUANTO DURANO: Non si prevede un termine massimo. E’ possibile rinnovare, modificare o revocare le DAT in ogni momento. Il Biotestamento è esente dall’obbligo di registrazione tributaria, dall’imposta di bollo e da qualsiasi altro tributo o imposta.
IL RUOLO DEL MEDICO: I ‘camici bianchi’ devono rispettare il biotestamento: possono disattenderlo in tutto, o in parte, e solo in accordo con il fiduciario (quando la persona non è più in grado di autodeterminarsi), se non corrisponde alle condizioni cliniche del paziente, o se sono sopraggiunte terapie (imprevedibili quando sono state scritte le Dat) che offrano al paziente concrete chance di miglioramento.
IL RUOLO DEL NOTAIO: Spetta al notaio, in caso di atto pubblico e scrittura privata autenticata, verificare che le Dat abbiano tutti i requisiti di legge.
Malata di Sla dice basta, primo caso dopo biotestamento.
Ha combattuto per cinque anni la sua battaglia contro la Sla, poi ha scelto di dire basta e di staccare la spina, incoraggiata dalla legge sul Biotestamento entrata in vigore il 31 gennaio, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Patrizia Cocco, bella e solare donna nuorese di 49 anni, se n’è andata con il sorriso, sabato scorso, stringendo la mano di sua mamma e dei suoi cari. E’ stata la prima in Italia ad aver voluto applicare la legge sul fine vita, dopo aver dato il suo assenso ai medici alla rinuncia alla ventilazione meccanica e all’inizio della sedazione palliativa profonda.
E’ stata una scelta di Patrizia molto lucida e coraggiosa – ha detto il suo avvocato, nonché cugino, Sebastian Cocco -. La nuova legge permette ai medici di dare subito esecuzione alla volontà del paziente, senza doversi rivolgere al giudice, come succedeva prima della sua entrata in vigore, e così a Patrizia è stato permesso di fare la sua scelta. La legge, che tutela tra l’altro il diritto alla salute e all’autoderminazione, lei la aspettava da anni, da quando sentiva di essere imprigionata nella malattia, dentro la quale sopravviveva a una vita che lei, in quelle condizioni, non voleva vivere, ha aggiunto l’avvocato Cocco.
Patrizia aveva chiesto informazioni anche all’Associazione Luca Coscioni su come porre fine alla sua vita. Non poteva permettersi il suicidio assistito in Svizzera, raccontano all’associazione, e le era stato consigliato di chiedere al medico di astenersi dall’accanimento terapeutico, come aveva ottenuto un altro malato, Walter Piludu, dopo una battaglia in tribunale. Ma la nuova legge le ha evitato il ricorso ai giudici. La notizia ha scosso profondamente la città di Nuoro. Patrizia tra pochi giorni avrebbe compiuto 50 anni. Ha lavorato come commessa, poi aveva aperto un’agenzia di viaggi. In centinaia ieri sono andati al funerale e si sono stretti ai familiari nella chiesa di San Domenico Savio, dove una folla commossa ha accompagnato questa donna caparbia e determinata per l’ultimo viaggio. Vola in alto amica bella, là dove risiede la nostra stima per te. La tua dolcezza e la tua bellezza ci hanno regalato un’amicizia speciale e sofferta, hanno scritto due amiche di Patrizia su Facebook, in mezzo a centinaia di messaggi rivolti alla sua scomparsa prematura.
“DAT è l’acronimo di: Dichiarazione Anticipata di Trattamento”